Nasciamo tutti con lo stesso straordinario bagaglio di emozioni primarie: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura, Disgusto e Meraviglia. Ce le portiamo dentro sempre, fin dalla nascita. Non esiste una persona più o meno emotiva, con più o meno emozioni, come non può esistere una persona più o meno senza un cuore che batte nel petto (eccetto Iron Man, ma quella è un’altra storia…)
Le emozioni sono il primo veicolo comunicativo, il primo linguaggio che arrotonda la curva del sorriso di un bambino, scivola dai suoi occhi bagnando di sale le guance paffute, lo fa strillare peggio di un allarme antincendio…
Prima ancora di imparare a parlare, proviamo emozioni e siamo reattivi a quelle degli altri. Eppure nessuno ci ha mai insegnato il loro alfabeto, i nomi, le attitudini, i comportamenti e le azioni che nascono dalla loro influenza.
Pur non conoscendole davvero, a causa di un astruso retaggio culturale, abbiamo imparato passivamente che le emozioni devono essere “gestite”.
Ecco, questo è il primo concetto che potremmo eliminare dalla nostra mente.
Non esistono dighe abbastanza alte e possenti per bloccare il corso delle emozioni, né mantelli dell’invisibilità abbastanza Potteriani da nasconderci da esse o viaggi nel tempo in grado di aumentare o ridurre la durata della loro espressione.
Possiamo però imparare a navigare il loro corso, ad allearci con esse, in modo da vivere “sincronizzati” con il nostro mondo interiore, vivere nel “qui ed ora” e apprendere i messaggi che ogni emozione porta con sé.
Cosa sono le emozioni?
Per tutti coloro che si professano razionali cronici, questo potrebbe essere un duro colpo. Sì perché, in fondo, non c’è niente di più concreto di un’emozione.
Le emozioni sono processi chimici e fisici generati e governati da specifiche aree cerebrali.
Hanno un’origine ancestrale, genetica, una funzione adattiva che un tempo faceva la differenza tra la vita e la morte, tra l’essere la cena del leone o l’avere uno spezzatino di leone per cena.
Le emozioni, in sinergia con la mente razionale, guidano momento per momento le nostre decisioni più importanti, orientano nella giusta direzione, mettendo in evidenza le opzioni migliori per perseguire i nostri obiettivi.
Una delle loro funzioni più importanti in termini evoluzionistici è quella di regolare i processi della memoria aiutando il cervello a smistare i ricordi importanti da trattenere nei processi mnestici e quelli che invece è più opportuno dimenticare.
Come esprimiamo le emozioni?
Ogni emozione è accompagnata da specifici cambiamenti fisiologici e caratteristiche espressioni facciali.
Nel libro L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872) il buon Charles Darwin sostenne che la base fisiologica delle emozioni doveva essersi conservata nel corso dell’evoluzione configurandosi come caratteristica essenziale per la sopravvivenza della specie. Gli esseri umani di tutto il mondo condividono le stesse espressioni facciali in risposta alle emozioni, alcune delle quali condivise con gli animali. Un esempio? Quando il lupo scopre le zanne usa gli stessi muscoli facciali che usiamo noi quando ci sentiamo minacciati o arrabbiati.
Nel 1972 le ricerche condotte dallo psicologo statunitense Paul Ekman hanno dimostrato la tesi di Darwin sostenendo l’universalità e la natura biologica delle emozioni. In qualsiasi luogo, a prescindere dal grado di alfabetizzazione, dalla cultura e dall’età, le espressioni facciali connesse alle emozioni primarie sono sempre riconoscibili nella loro universalità.
Quanto durano le emozioni?
Circa sei secondi. Lo so, qualcosa non torna perché l’ultima volta che vi siete arrabbiati sembravate Hulk e non lo siete stati solo per sei secondi…
I secondi, minuti e le ore successive appartengono al nostro livello di ruminazione. Quanto più a lungo rimuginiamo sull’evento causativo, tanto più lunga sarà la duratura dell’emozione e il suo ancoraggio nel nostro stato d’animo.
Uno degli obiettivi dei perCorsi D.O.S.E.® è l’alfabetizzazione emozionale, l’approfondimento delle caratteristiche fisiologiche e neurochimiche di ciascuna emozione, le strategie per navigarne il corso e il loro manuale marittimo di salvataggio.
Restate sintonizzati per scoprirne di più 😉
Silvia Iovine
Giornalista – Responsabile Ufficio Stampa D.O.S.E.®
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